Ecco il progetto preparato per l'edizione 2012 di AntWork,
vi presento le mie fotografie e la loro reinterpretazione in un racconto scritto su misura dallo scrittore modenese Vincenzo Malara .
The Promised Land, fotografie di Francesco Baldi (Parma, 1989) , Remix, testi di Vincenzo Malara (Modena, 1981)
A partire da questa serie di 9 fotografie, Vincenzo Malara scriverà alcuni testi sviluppandone le
suggestioni.
suggestioni.
Promised land, è la meta di un viaggio, un viaggio metaforico lungo una strada sconosciuta la
cui fine rappresenta la tanto cercata terra promessa. Promised land ideologicamente diventa
l’ossessione di ogni viaggiatore per la ricerca, anche per chi non sa di essere tale, per coloro la cui
terra promessa è identificata nella familiarità dei luoghi in cui vivono e nelle loro azioni routinarie,
o semplicemente per chi la sogna e vi identifica ogni obiettivo.
(Francesco Baldi)
Il vento e gli spettri
Soffiava uno strano vento su quelle colline sonnolenti. Un vento che
tormentava ogni cosa: la terra, l’aria e i pensieri. Forse anche le coscienze.
Quel soffio invisibile sembrava affliggere soprattutto un paese desolato,
Montesilenzio. Un paese che molti vecchi di quei luoghi credevano amico dei
fantasmi. “Passano di qua quando vogliono e poco dopo accade ciò che deve
accadere”, sussurravano a chi voleva saperlo. Vero o no che fosse, quando
quello strano vento agitava come mani cadaveriche i rami degli alberi le strade
di Montesilenzio diventavano ancora più spettrali. Vuote come se in quel nulla
si nascondesse qualcosa di vivo. “Non è una folata come le altre. Lo senti
quando il suo suono assomiglia allo stridere dei fantasmi”, confidavano ancora
gli anziani ai curiosi più curiosi. Ed è certo che per dire quelle cose di
prove ne avevano. In principio era toccato ai figli di Paride Montini. Fratello
e sorella che odiavano la campagna quanto loro padre l’amava. Entrambi volevano
scappare in città. I loro vestiti apparivano ridicoli a quegli occhi di paese
che avevano come riferimento solo un passato che era allo stesso tempo presente
e futuro. Lidia e Giovanni furono trovati morti in un pozzo con gambe e braccia
spezzate nemmeno un’ora dopo che il vento era fuggito via. I fantasmi nell’aria
si portarono via anche Leone Vannini, un operaio che nel tempo libero amava
dipingere murales estrosi. Il vento gridò e il corpo di Leone fu rinvenuto due
giorni dopo nella sua vasca da bagno. L’uomo era annegato. Annegato dentro
della vernice gialla. L’ultima a morire era stata l’ottantenne Nerina
Montagnoli. Gli spettri vennero in visita a Montesilenzio mentre la donna
percorreva affannosamente il sentiero verso casa dopo le compere alla bottega.
Forse accelerò troppo il passo o forse fu troppo lo spavento, ma un infarto
accoltellò il suo cuore. Gli abitanti di Montesilenzio non se lo confidavano
mai, ma quasi tutti pregavano o tenevano gli occhi sbarrati quando il vento
passava. Solo Gioele, l’unico bimbo nato in paese negli ultimi 5 anni, si
accostava al vetro curioso per cercare di vedere qualcosa. E quando finalmente
l’alito spettrale se ne andava giurava sempre a suo padre e a sua madre di
avere visto un uomo senza volto. Un uomo i cui passi si perdevano nel vuoto.
Vincenzo Malara